Immagina di prendere, per 10 anni, la stessa strada per andare al lavoro. Lo fai perché ritieni sia la migliore, la più bella e rapida.
Mentre cammini, incontri persone che fanno lo stesso percorso e ti confermano quanto sia fantastica quella via.
Avanti e indietro per tutti quegli anni e incontrando tutta quella gente, comincerai a credere che l'altra strada non sia solo peggiore ma addirittura sbagliata. Che le cose e le persone all'interno di quell'altra via non vadano bene e che la tua sia l'unica soluzione possibile. E tutti quelli che fanno il tuo stesso viaggio, dicono altrettanto. Questo rafforza ulteriormente il tuo pensiero.
Forse comincerai anche a pensare che chi percorre la strada che ritieni errata, sia completamente matto.
In realtà non lo sai. Non sai cosa e chi ci sia sull'altro tragitto.
E un giorno, per caso, ti affacci dall'altra parte e scopri un percorso più breve che ha anche un panorama incredibile.
Questa è la modalità di funzionamento dei social media che convalidano le nostre opinioni e i nostri pensieri grazie a degli algoritmi specifici.
Ed è così che spesso funziona anche la nostra mente per via dei Bias Cognitivi che altro non sono che pregiudizi che alimentano l'immagine che abbiamo di noi e del mondo.
Come si fa a non restare intrappolati in questo meccanismo che mostra solo una parte della realtà?
Mostrandosi aperti alle possibilità, ascoltando il prossimo con una sincera curiosità e allenandosi a ritenere, realmente, che chiunque possa darci un punto di vista che ci accrescerà. Starà poi a noi scegliere quale strada intraprendere ma, a quel punto, potremo farlo optando tra la varietà più ampia e completa possibile di informazioni.
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